Cos’è il Massaggio Sportivo

“Il massaggio sportivo è un tipo particolare di massaggio eseguito su specifiche regioni corporee al fine di migliorare la performance atletica . Le finalità del massaggio sportivo sono numerose, alcune si basano su fondati presupposti scientifici, mentre altre derivano da osservazioni ed esperienze di chi le esegue.” (tratto da My Personal Trainer)

Se sei un appassionato di sport o un atleta e pratichi da diverso tempo una disciplina sportiva avrai certamente capito come l’allenamento si accompagni spesso a qualche dolore con cui convivere. Naturalmente ci si può aiutare facendo stretching per migliorare la mobilità e la distribuzione dei nutrienti, ma qualora questo non basti oppure per rilasciare dei nodi muscolari è necessario rivolgersi a un massaggiatore sportivo professionista.

Il massaggio sportivo rappresenta infatti un valido alleato contro l’indolenzimento muscolare, dal momento che migliora l’elasticità dei muscoli.

Eppure nell’esecuzione del massaggio sportivo esistono alcune variabili fondamentali al fine di ottenere risultati migliori, come si può apprendere leggendo la bibliografia sul tema o frequentando i corsi di massaggio sportivo DIABASI® in tutta Italia.

Innanzitutto la conoscenza tecnica dello sport praticato dall’atleta che si affida al massaggiatore ha una notevole importanza pratica per chi si occupa di massaggio sportivo, in quanto contribuisce a un più preciso orientamento riguardo alle caratteristiche dinamiche del gesto tecnico e quindi dei gruppi muscolari e delle articolazioni più coinvolte nell’esercizio fisico. Ben diverso sarà applicare le tecniche di massaggio sportivo su uno sciatore, un tennista o un pallavolista e il massaggiatore professionista ha il compito di individuare la specifica manovra di massaggio più adatta al ricevente.

In generale l’osservazione, la palpazione, la dinamica dell’insorgenza del dolore in caso di lesione, le asimmetrie posturali possono dare un’indicazione sulla scelta delle manovre, sulla tecnica passiva o attiva oppure in controresistenza e su come eseguirle. Particolare attenzione va inoltre data allo stato di rigidità o contrazione dei tessuti.

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Manovre del Massaggio Sportivo

Continuiamo quindi la nostra analisi con l’identificazione dei parametri di base fondamentali per l’esecuzione del massaggio sportivo e che dipendono dal momento in cui il massaggio viene praticato. Questi sono:

  • Direzione, che può essere centripeta, centrifuga o perpendicolare a seconda che il massaggio venga eseguito per migliorare la circolazione con azione drenante o direttamente sul muscolo per migliorare la mobilità miofasciale;
  • Ritmo, che può essere regolare e continuo oppure irregolare;
  • Andamento, che può essere veloce ad azione stimolante oppure lento ad azione rilassante
  • Pressione, che corrisponde alla profondità del trattamento del tessuto muscolare con azione decontratturante e rilassante;
  • Tempo, che riguarda il numero di minuti dedicati al massaggio sulla base delle richieste dell’atleta, delle zone da trattare e del momento in cui viene fatto (pre-infra-post gara);
  • Modalità di esecuzione passiva o attiva: nel primo caso il massaggiatore esegue le manovre direttamente sul muscolo con effetto più rilassante, nel secondo caso si richiede all’atleta una contrazione attiva del muscolo coinvolto e l’obiettivo è il miglioramento e la risoluzione delle fibrosità miofasciali;
  • Posizione, che varia sulla base della zona anatomica da trattare allo scopo di favorire e facilitare l’intervento manuale del terapeuta. (fonte: Massaggio Sportivo e tecniche complementari, Claudio Zimaglia)

Approfondimento: stretching statico e stretching passivo

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Lo stretching

Lo stretching statico è oggi il sistema più conosciuto e venne codificato già nel 1975 da Bob Anderson che prese spunto dallo yoga. Nello stretching statico si prende una posizione che sia possibile mantenere senza dolore e che va raggiunta in modo lento per non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso mio statico inverso. Raggiunta la posizione è compito della persona mantenerla per un periodo di tempo tra i 15 e i 30 secondi o fino a quando non si sente calare la tensione d’allungamento, poi si aumenta la tensione e si contano altri 15-30 secondi e così via.

Questo tipo di stretching è adatto  a tutte le fasi dell’allenamento ma va preferibilmente utilizzato quando la muscolatura è già calda e senza superare la soglia del dolore.

Lo stretching passivo prevede invece posizioni di grande ampiezza articolare e il cui mantenimento avviene solo grazie alla forza dei muscoli antagonisti. La tensione degli agonisti, in allungamento attivo, aiuta a rilassare i muscoli antagonisti tramite l’inibizione reciproca. A cosa serve? Principalmente lo stretching attivo attiva e rafforza i muscoli agonisti – si tratta di allungamenti difficili da tenere per più di 10 secondi. Sono allungamenti attivi molti dei movimenti che si trovano abitualmente nello yoga, nel mat-work, nel Pilates, nella danza e nelle figure della ginnastica artistica. (Fonte: My Personal Trainer)

Se l’argomento ti appassiona e vuoi scoprire di più sul massaggio puoi acquistare online il manuale di Claudio Zimaglia “ Massaggio Sportivo e Tecniche Complementari” oppure partecipare a uno dei Corsi di Massaggio Sportivo organizzati da DIABASI® in tutta Italia per acquisire competenze pratiche e imparare le manovre per eseguire un vero massaggio sportivo.

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